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Usa, l'annuncio di Paulson: «Il Tesoro pronto a entrare nell'azionariato della banche»

dal nostro inviato Mario Platero

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11 ottobre 2008

WASHINGTON - Annunciando l'ennesima svolta storica di questa crisi, il segretario al Tesoro Hank Paulson ha dichiarato che gli Stati Uniti acquisteranno partecipazioni azionarie nelle banche americane. I fondi per gli acquisti saranno prelevati dal pacchetto di 700 miliardi di dollari approvato una decina di giorni fa dal Congresso e le decisioni sugli acquisti saranno prese al più presto possibile: «Il focus più immediato a questo punto è sulla liquidità. Nel nostro caso procederemo con gli acquisti, ciascun Paese andrà avanti come meglio crede, pur seguendo un approccio comune e non competitivo», ha detto Paulson commentando il comunicato cinque punti del G7 subito dopo gli incontri di ieri. Secondo altre indiscrezioni il Tesoro avrebbe anche in cantiere due nuove misure senza precedenti per restituire fiducia ai mercati finanziari, la garanzia di centinaia di miliardi di dollari di debito bancario e la garanzia di tutta la liquidità che i risparmiatori hanno in deposito presso gli istituti di credito. Il piano si propone di contenere il rischio di una fuga di depositi dalle istituzioni finanziarie, in particolare dalle banche regionali e locali le quali, pur essendo in condizioni relativamente buone, sono esposte alle fortissime pressioni dei loro clienti che cominciano a ritirare i loro fondi. Molti di loro infatti, sono convinti che le autorità finiranno con il garantire solo le istituzioni più grandi, abbandonando le altre al loro destino.

Iniziative di questo genere non erano pensabili neppure un paio di settimane fa. E presentano a loro volta dei rischi: garantire i depositi bancari, ma non quelli presso i fondi comuni o le assicurazioni può generare una migrazione di fondi da altri settori verso il settore bancario con pericoli sistemici di altra natura. Ma la volatilità del mercato, la cadute storiche degli indici di Borsa, le dimostrazioni di apparente irrazionalità, con liquidazioni massicce di titoli solidi - come l'Ibm, che ha avuto un aumento dei profitti del 20% appena due giorni fa - confermano che la crisi è ormai fuori controllo. Del resto, davanti a qualunque annuncio di aiuto, le conseguenze sono state opposte a quelle desiderate. Anche i tagli coordinati dei tassi di interesse o gli appelli presidenziali per invitare alla calma e promettere un ritorno alla normalità hanno prodotto una paralisi. Proprio ieri mattina, dopo un discorso del presidente George W. Bush dal Giardino delle Rose, che voleva rassicurare sul futuro dell'America e dei mercati, la Borsa ha imboccato una nuova spirale al ribasso portandosi addirittura a ridosso della straordinaria quota di 8.000 punti per l'indice Dow Jones. Solo 24 ore prima era a quota 9.000. In chiusura ha recuperato, ma la volatilità è stata di quasi 800 punti, un segnale di straordinaria fragilità psicologica di fondo.

Per questo dunque si studiano anche le due garanzie: con i depositi blindati e con il debito delle banche garantito, si procede con una misura immediata che dovrebbe avere già al momento dell'annuncio un solido impatto sul mercato. Le altre misure, per quanto importanti non hanno avuto il potere di mobilitare la liquidità al semplice annuncio, come accadeva in passato. Per questo il presidente Bush ieri mattina cercava di tranquillizzare: «Il piano che stiamo realizzando è aggressivo. È il piano giusto. Avrà bisogno di tempo per avere un impatto pieno. E abbastanza flessibile da potersi adattare nel momento in cui la situazione dovesse cambiare. Ed è grande a sufficienza per funzionare», ha detto Bush ieri mattina. «Ci troviamo in tempi ansiosi – ha continuato -, ma dobbiamo avere fiducia, conosciamo i problemi, abbiamo gli strumenti per risolverli e stiamo lavorando rapidamente per farlo. La nostra economia è innovativa, industriosa e resistente. E abbiamo in comune la determinazione a trovare una soluzione». Bush ha anche fatto un elenco molto specifico delle misure adottate finora dal suo governo: il piano da 700 miliardi, i fondi messi a disposizione dalla Federal Riserve, il riscatto dei commercial paper, il tagli coordinato dei tassi di interesse e così via. Un elenco impressionante, ma tanto più preoccupante in quanto, pur essendo molto completo, non ha ancora prodotto risultati sul mercato. E forse la nuove paura del mercato c'è stata perchè Bush non ha fatto menzione, neppure in forma ipotetica, del fatto che le due garanzie, sui depositi e sul debito delle banche stanno per essere varate.

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